lunedì 12 marzo 2007

Guida galattica per autostoppisti

(The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, Regno Unito/Usa 2005, col. 109’)
di Garth Jennings.
Con Martin Freeman, Sam Rockwell, Mos Def, Zooey Deschanel, John Malkovich, Nill Nighy.
Il giovane inglese Arthur è disperato perché la sua casa sta per essere demolita per far spazio ad una nuova tangenziale, un amico di colore gli predice l’imminente fine della terra, e sorprendentemente si rivela essere un alieno che lo salva portandolo con se nello spazio, unico superstite umano (insieme ad una ragazza di cui è innamorato), in quanto il nostro pianeta è stato annientato per far posto ad una nuova autostrada spaziale. E' solo l'inizio di una serie di mirabolanti avventure. Bizzarra parodia fantascientifica tratta dai libri di Douglas N.Adams, il film vive di continue invenzioni visive e verbali, alcune delle quali sono veramente sferzati e/o divertenti. Esilarante ad esempio la scena della cerimonia rituale della setta dei fazzoletti, capeggiata da un divertito John Malkovich. Godibili gli inserti spiegativi animati sul mondo galattico ed in generale i commenti della voce off. Purtroppo il film ha anche dei momenti bassi, in cui gli effetti speciali visivi risultano eccessivi ed i personaggi sembrano rincorrere un plot abborracciato. Il film è stato sceneggiato dallo stesso Douglas, prematuramente scomparso nel 2001, e terminato da Karey Kirkpatrick.
Voto 6,50.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi dispiace molto per il voto basso, un film che ha avuto veramente poco risalto in Italia a causa della sua poca pubblicità.

In effetti il film non regge il livello dei libri di Adams, forse perchè si è cercato di concentrarsi troppo sulla storia, cosa che nei libri sembra che venga creata mano a mano a seconda delle improbabili vicende che accadono quasi casualmente ai protagonisti.
La storia, appunto, sembra povera perchè effettivamente è povera, non è la trama il bello dei libri di Adams, ma i colpi di scena continui e le trovate incredibili ed esilaranti che si susseguono ad un ritmo a cui è difficile stare dietro.
Insomma, il regista probabilmente non è saputo stare dietro all'intento originale di D.A. anche se io direi che è un film da guardare, specie se si ama la fantascienza.